0 Liked
  • Da: Assostampa FVG
  • febbraio 19, 2004

I precari della Rai. Siddi, spiacevole nuova polemica

«È francamente spiacevole la nuova
polemica della Rai sulla vicenda dei centinaia dei precari che
assicurano continuità, qualità ed essenziali servizi di
informazione della Rai» Lo pensa il presidente della
Federazione nazionale della stampa Franco Siddi.

«C’è un contratto di lavoro giornalistico che impegna le
aziende che lo hanno sottoscritto. La Rai – continua Siddi – non
può invocare scorciatoie. Altra cosa è comporre una vertenza
infinita con soluzioni imperniate su dati di fatto e sulla
saggezza negoziale. Rai e sindacato si sono date procedure e
regole che conservano ancora il loro valore e non possono essere
aggirabili con espedienti e nuove forme di larga
discrezionalità. Ormai è chiaro a tutti che in Rai c’è un
precariato strutturale che deve trovare una soluzione seria e
stabile. Ci sono testate, come Rainews24 che hanno raggiunto
livelli di innovazione, qualità e pregio di primo livello ma di
cui si fa finta di ignorarne la conoscenza. Ci sono precari
storici, con duemila giornate di servizio che hanno maturato
diritti intangibili. Il Sindacato dei giornalisti vuole
risolvere le questioni con un negoziato serio e corretto ma se
le cose dovessero procedere a colpi di dichiarazioni che
suscitano equivoci o promesse inconcludenti, la Rai dovrà presto
fare i conti con un pesante contenzioso dai costi molto alti. E
i tanti politici che si affannano a strumentalizzare la
situazione dei tanti precari, riportando la palla al tempo
passato dovrebbero farsi un esame di coscienza ed avere
l’onestà intellettuale di riconoscere che i diritti dei
lavoratori hanno lo stesso peso quando si era all’opposizione e
quando si è in maggioranza. Se in Rai c’è un residuo di rigore
si riprenda su basi di chiarezza e trasparenza la trattativa
senza dilazioni ne fuga di responsabilità. Il coordinamento dei
precari e l’Usigrai, i quali hanno la solidarietà e il sostegno
della Fnsi – conclude il presidente – certamente non imbrogliano
e non imbroglieranno le carte».