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  • Da: Assostampa FVG
  • settembre 10, 2012

INTERVISTE A PAGAMENTO NON SONO GIORNALISMO

I ‘procacciatori d’affari’ non sono giornalisti. Chi lo fa si pone fuori dalla professione. La Fnsi e tutto il Sindacato di categoria sono costantemente in campo contro ogni distorsione e snaturamento dell’attività professionale. Quanto al caso dei giornalisti fin qui implicati nella vicenda dei servizi a pagamento in alcune tv locali dell’Emilia-Romagna nessuno risulta iscritto al sindacato. Impossibile dunque adottare nei loro confronti una qualsiasi sanzione da parte dell’Associazione di Stampa organo competente del sindacato dei giornalisti. Fnsi e Assostampa dell’Emilia Romagna lo rendono noto anche in risposta alle polemiche di questi giorni. Il Sindacato dei Giornalisti e l’Associazione di Stampa regionale erano immediatamente intervenuti e sono tornati sul tema ancora pochi giorni fa, sollecitando all’intransigenza anche gli imprenditori che fanno emittenza locale e il Corecom (organismo pubblico di garanzia nelle comunicazioni). Chi si colloca in una dimensione distorta e di scorrettezza grave proponendo al pubblico, slealmente, informazione a pagamento,  è sottoposto alla disciplina deontologica dell’Ordine dei giornalisti che, in Emilia Romagna – a proposito delle polemiche in corso –  ci risulta abbia  aperto tempestivo procedimento. Una legge stravecchia, purtroppo, impone limiti di efficacia  con procedure d’altri tempi non imputabili, in questo specifico caso, ai colleghi dell’Ordine. L’indignazione per la vicenda impone a tutti i giornalisti italiani di alzare l’asticella in direzione dell’eticità della professione. Una buona informazione deve essere leale ma anche sempre ben documentata. Quanti hanno cercato pretesti per attaccare il Sindacato sulla vicenda delle interviste a pagamento devono sempre ricordare che un giornalismo credibile nasce da una corretta informazione di base: chi informa, dunque, deve correttamente informarsi. Non c’è crisi economica del settore dell’emittenza locale, per grave che sia, che possa giustificare il fenomeno delle interviste a pagamento. Chi manda in onda spazi pagati senza neanche avvertirne gli spettatori li sta truffando, né più né meno come un’industria alimentare che metta in circolazione cibi avariati.