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  • Da: Assostampa FVG
  • novembre 28, 2018

LA LOTTA DEL PRIMORSKI ARRIVA AL PARLAMENTO EUROPEO

La lotta del Primorski Dnevnik, la cui sopravvivenza sarebbe messa a rischio se venissero azzerati i contributi per l’editoria debole, è stata portata al Parlamento Europeo grazie al convegno “Le sfide del giornalismo europeo” organizzato ieri a Bruxelles dall’eurodeputata Isabella De Monte, al quale hanno partecipato Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, Carlo Verna, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Muscatello, presidente Assostampa Fvg e componente giunta Fnsi, Cristiano Degano, presidente dell’Ordine regionale.

Anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha speso parole di supporto per il quotidiano della comunità slovena nell’incontro con i vertici della categoria che si è svolto dopo il convegno, dopo aver spiegato di condividere le preoccupazioni per gli attacchi di cui sono vittima i giornalisti italiani da parte di una forza di governo e aver assicurato che anche nel Parlamento Ue saranno messe a punto iniziative a sostegno della libertà di informazione e della sicurezza dei giornalisti in tutti i Paesi dell’Unione.

“Esiste un problema di libertà di stampa in Italia. Oggi – ha detto Lorusso – assistiamo al tentativo di rendere marginale l’informazione da parte di chi non soltanto ha insultato pesantemente i giornalisti, ma ha anche messo all’ordine del giorno provvedimenti che portano ad indebolire ulteriormente la stampa e soprattutto gli organi di stampa più deboli”, oltre che “a un tentativo vergognoso di strumentalizzare i giornalisti precari”.

Anche l’europarlamentare De Monte ha evidenziato che “la libertà di stampa è ultimamente molto sotto attacco. Il Parlamento europeo è il luogo della democrazia e secondo noi la democrazia si basa sulla buona informazione e non possiamo permettere che la stampa libera sia sotto attacco. E lo è in vario modo, saltando le conferenze stampa oppure denigrando i giornalisti o screditandoli facendone venir meno l’autorevolezza. Questo va assolutamente contrastato perché è nell’interesse dei cittadini avere una buona informazione”.

Oggi, rimarca Lorusso, “l’impresa editoriale che opera sul mercato ha gli stessi obblighi di tutte le altre imprese: dall’accesso ai finanziamenti, al costo del lavoro, al numero dei dipendenti. Ebbene, considerate la funzione e le specificità dell’informazione, la cui qualità è termometro della qualità della democrazia, forse sarebbe necessario pensare a uno statuto delle imprese editoriali, a livello europeo, che tenga conto dei principi del pluralismo, del diritto dei cittadini di essere informati, del diritto dei giornalisti a percepire la giusta retribuzione. L’impresa editoriale per la specificità del bene prodotto, l’informazione, è diversa da tutte le altre”.

Negli ultimi cinque anni, conclude il segretario Fnsi, “sono stati persi tremila posti di lavoro. Oggi, dei 15mila giornalisti dipendenti in Italia, ben settemila usufruiscono di ammortizzatori sociali. La tendenza al taglio del costo del lavoro non è ancora conclusa. E i 188 milioni di euro stanziati dai governi precedenti a quello in carica sono stati interamente utilizzati dalle aziende editoriali per portare avanti i propri processi di ristrutturazione, con prepensionamenti e contratti di solidarietà”.

Carlo Verna, presidente dell’Ordine, sottolinea l’esigenza di nuove regole per un periodo storico nel quale i social hanno rivoluzionato lo schema dell’informazione e della comunicazione: ieri solo il giornalista poteva parlare a tanti, ora possono farlo tutti. “E’ sacrosanto che tutti possano comunicare – dice – ma chi fa giornalismo professionale deve avere regole, formazione, deontologia. Per questo oggi il nostro Ordine, che stiamo riformando, è garanzia per tutta la comunità, non solo per i giornalisti”.

Carlo Muscatello, presidente dell’Assostampa Fvg e componente della giunta esecutiva Fnsi, mette in guardia dalle pesanti conseguenze che l’annunciato taglio, praticamente un azzeramento, dei residui contributi statali alla cosiddetta editoria debole: giornali delle minoranze linguistiche, editi da cooperative, no profit, per gli italiani all’estero. “Abbiamo il caso del Primorski Dnevnik – rileva – da oltre settant’anni voce degli sloveni in Italia. Se c’è un esempio di uso virtuoso dei fondi pubblici, dopo anni di ruberie, questo è quello del Primorski. Permettere al quale di continuare a vivere risponde ai principi della Costituzione italiana”.

Infine Cristiano Degano, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Fvg, ricorda che “oggi in Italia, ma non solo, si tende a saltare la funzione del giornalista. Ciò attraverso dirette Facebook, dichiarazioni alla stampa, assenza di contraddittorio e quant’altro. Si punta al contatto diretto con i cittadini, alla disintermediazione”.