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  • Da: Assostampa FVG
  • agosto 02, 2010

NIENTE BAVAGLIO: UNA VITTORIA DEL SINDACATO

Il ddl sulle intercettazioni "rimandato a settembre" (o forse destinato a un "binario morto") non fa venire meno la mobilitazione per l’autonomia, la completezza e l’indipendenza dell’informazione.

E per il sindacato dei giornalisti la libertà dell’informazione e il giornalismo libero vanno sempre perseguiti, tanto più nei periodi più difficili. Essere in campo per scongiurare ogni intervento di censura è, per la Fnsi, l’unica militanza che può essere attribuita e a cui non rinuncerà. Guai a scambiare questa militanza per una richiesta di impunità per giornalisti come categoria. Nessuna generica assoluzione preventiva per errori (o deviazioni) di stampa attribuibili a singole scelte. Ma nessuna accusa generalizzata, da più parti espressa da sostenitori del ddl intercettazioni, può essere accettata per condizionare il lavoro dei giornalisti o mutilare il circuito democratico dell’informazione. Quest’accusa, anzi, è respinta specie quando si vuol sostenere che le notizie e i contenuti dei verbali di “squallide consorterie” non siano attribuibili al lavoro dei giornalisti e alle loro scelte professionali ma a una sapiente regìa esterna. Se notizie e verbali esistono e sono di interesse pubblico se deve poter dare conto, senza limiti né sanzioni ingiuste e illiberali. La sfida sulla frontiera della tutela della libertà d’informazione, che non può accettare né autorizzazioni né censure preventive, non è mai è stata corporativa. E per questo ha incrociato l’allarme e il consenso crescente di un’opinione pubblica che chiede fiducia sui valori della convivenza e esige il diritto a essere informata sulla realtà e non semplicemente destinataria di messaggi interessati o di propaganda. E’ la sfida della responsabilità , evidenziata da proposte come udienza filtro e giurì per la lealtà dell’informazione a tutela della dignità della persona. Ma nella bussola della Fnsi un orizzonte è sempre chiaro; le notizie di interesse pubblico si stampano sui giornali, senza badare all’opportunità della propria collocazione politica o culturale. Ora che il percorso parlamentare del ddl intercettazioni è stato rimandato, è necessaria una nuova, profonda, riflessione sulla libertà di stampa, anche alla luce dei fenomeni di corruzione cui si assiste. Anche su queste vicende la stampa ha presentato alla comunità civile contributi di indispensabile trasparenza. Le azioni di mobilitazione dei giornalisti e di tante espressioni della società civile sono state tutte alla luce del sole, limpide. Meritano perciò rispetto e ascolto, oggi più di ieri, queste ansie e battaglie di libertà e di attenzione ai paradigmi di moralità della vita pubblica.