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  • Da: Assostampa FVG
  • marzo 14, 2015

PICCOLO SEMPRE PIU’ PICCOLO: SINDACATO SENTITO DA CONFERENZA CAPIGRUPPO DEL COMUNE DI TRIESTE

LCACg4VkWAAAKaa4a Conferenza dei Capigruppo del Comune di Trieste ha sentito oggi il Cdr del Piccolo e i vertici regionali dell’Assostampa, per informarsi della grave crisi attraversata dal quotidiano triestino. Come si ricorderà, le rappresentanze sindacali hanno recentemente firmato a Roma un contratto di solidarietà per il prossimo biennio. L’azienda aveva fatto richiesta di accedere al meno penalizzante degli ammortizzatori sociali per l’esigenza di ridurre ulteriormente il costo del lavoro giornalistico, in presenza di indicatori di crisi economica anche per l’anno in corso, dopo i risultati in calo degli anni passati. Ciò mentre il Gruppo Espresso Repubblica Finegil (di cui il Piccolo fa parte, assieme al Messaggero Veneto di Udine) aveva presentato e sbandierato sui propri giornali il raddoppio degli utili nel 2014. La firma era arrivata dopo una lunga trattativa, nel corso della quale il sindacato aveva contestato la scelta dell’editore di scaricare sempre e comunque sui giornalisti il costo di crisi vere o presunte. Una possibilità, questa, che purtroppo la legge permette alle aziende e che le nuove normative sul lavoro del governo Renzi non faranno che accentuare.
Il Piccolo nel 2011 poteva contare su una redazione di 48 giornalisti. In concomitanza con il passaggio al tabloid, al nuovo sistema editoriale, al full color e al centro stampa goriziano comune ai due quotidiani regionali del gruppo, una serie di pensionamenti (con blocco del turn over) ed esodi incentivati ha portato la redazione a 40 giornalisti. Fra la fine del 2014 e questo inizio del 2015 altri cinque colleghi sono andati in pensione e non sono stati sostituiti, portando la redazione a 35 giornalisti. Alla fine di questo percorso biennale, nel quale l’azienda chiede anche dei prepensionamenti, la redazione del Piccolo potrebbe scendere a 32 giornalisti (direttore compreso). Un terzo della redazione in meno in appena cinque anni.
Il contratto di solidarietà sottoscritto, approvato dalla redazione con un voto sofferto ma a larghissima maggioranza, segno anche questo di grande responsabilità del corpo redazionale, prevede 1,41 giorni al mese a testa di solidarietà, 17 all’anno a testa: meno della metà di quanto richiesto inizialmente dall’azienda. Una penalizzazione dunque piccola, soprattutto se confrontata con quella ben più pesante che da tre anni stanno vivendo sulla propria pelle i colleghi del Primorski Dnevnik, anche loro in solidarietà ma con numeri decisamente superiori. Una penalizzazione accettata dalla redazione del Piccolo perché considerata una sorta di male minore, dinanzi al rischio di ammortizzatori sociali ben peggiori, come la cassa integrazione.
Di tutte queste cose i colleghi del Cdr e dell’Assostampa Fvg hanno riferito alla Conferenza dei Capigruppo, segnalando altresì – oltre ai rischi per il futuro – che tutti i direttori arrivati in questi anni a Trieste hanno sempre fatto grandi complimenti alla redazione: verrebbe allora da pensare che le responsabilità della crisi, del calo delle vendite e di tutti i conti economici andrebbero ricercate altrove, anche se a pagare sono sempre e comunque i giornalisti.
La realtà, per il presente e per il futuro, parla di un Piccolo sempre più piccolo, con pochi redattori, tanti collaboratori malpagati e tantissime pagine sinergiche prodotte a Roma dall’agenzia del gruppo che lavora per tutti i quotidiani locali Finegil. Con la conseguenza che Trieste sta perdendo, o forse ha già perso, il suo storico quotidiano. Il sindacato si era chiesto nei giorni scorsi se questa realtà e questa prospettiva interessassero alla città. Un primo segnale è arrivato dal Comune di Trieste, i cui rappresentanti di tutti gli schieramenti politici hanno espresso grande preoccupazione per il presente e il futuro del Piccolo, preannunciando una mozione unitaria e altre iniziative per difendere un giornale che è patrimonio di tutta la città.