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  • Da: Assostampa FVG
  • giugno 15, 2011

QUOTIDIANI, SEGNI DI RIPRESA

 

Tra il 2007 e il 2010 si è perso quasi un milione di copie di diffusione al giorno. Al netto della free press, anch’essa in forte ripiegamento, oggi si vendono poco più di 4,5 milioni di copie giornaliere. Sono i dati contenuti nel rapporto 2011 sull’industria dei quotidiani in Italia, realizzata dall’Asig, Associazione stampatori italiana giornali, e dall’Osservatorio quotidiani Carlo Lombardi. Secondo il Rapporto, a dispetto dei numeri, la merce informazione è molto richiesta ma bisogna adattarla ai nuovi media. Secondo il rapporto, «dopo il forte calo (-13%) del 2009, nel 2010 il mercato pubblicitario complessivo è tornato a crescere, facendo registrare un saldo positivo del 3,4%; tuttavia i quotidiani, che nel 2009 avevano perso quasi il 17% del fatturato, nel 2010 hanno continuato a perdere terreno, sia pure ad un ritmo (-3,6%) meno accentuato. Solo dieci anni or sono, nel 2001 – si sottolinea -, la pubblicità sulla carta stampata rappresentava il 40% degli investimenti pubblicitari complessivi, e quella sui quotidiani il 25%. A fine 2010 la quota della carta stampata è scesa a meno del 30%, e quella dei quotidiani al 18%. Nel decennio 2001-2010, tenendo conto dell’inflazione, le aziende editoriali italiane hanno perso un quarto dei loro ricavi».
A fronte di questo quadro «la crisi dell’industria editoriale in tutto il mondo avviene in un momento nel quale la merce che queste imprese producono, l’informazione, incontra un favore continuo, viene consumata e riutilizzata, amplificata e rilanciata sulla Rete. I siti internet dei quotidiani hanno una crescita, in termini di utenti e di pagine consultate, superiore alla crescita della Rete nel suo complesso, e sempre i quotidiani sono in prima fila nella sperimentazione dei dispositivi mobili come tablet e smartphone». Ciò che appare in crisi, sottolinea il Rapporto 20110, «è il modello economico che dovrebbe trasformare questa attività in risorse in grado di coprire i costi e remunerare adeguatamente il capitale investito». L’industria dei quotidiani deve dunque muoversi in una duplice direzione: da una parte per garantire la tutela dei diritti d’autore e dei contenuti giornalistici; dall’altro lato, occorrerà agire verso nuovi prodotti che riescano ad adattare la tradizionale qualità dei contenuti editoriali giornalistici ai nuovi mezzi. «La crisi è stata forte ma c’è un’inversione di tendenza. Si vede l’uscita dalla crisi anche se nel primo trimestre del 2011 non abbiamo avuto i risultati che si aspettavamo», ha detto il direttore generale della Fieg Fabrizio Carotti.