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  • Da: Assostampa FVG
  • marzo 05, 2004

Quotidiani “strozzati” dalla tv

POTENZA La stampa locale italiana cresce a
livello provinciale più che a quello regionale, ma è ancora
debole rispetto a quella del resto d’ Europa e priva di un
modello specifico di giornalismo. I giornali locali soffrono per lo strapotere della tv, mentre la loro indipendenza è messa a rischio dalla tendenza alle concentrazioni editoriali.
È questo il quadro della stampa locale italiana emerso oggi a Potenza nel corso di un forum sull’ argomento organizzato dall’ Associazione della Stampa di Basilicata. All’incontro hanno partecipato fra gli altri il segretario della Fnsi Paolo Serventi Longhi e Luciana Castellina, oltre a
numerosi ricercatori ed esponenti politici lucani. Per l’
occasione è stata presentato il volume ‘100 giornali’, una
ricerca curata da Lorenzo Fabbri.
«I segmenti che hanno un tasso più elevato di crescita – ha rivelato il ricercatore – sono i giornali provinciali e quelli di respiro nazionale. Crescono di meno quelli regionali. Aumenta anche la stampa economica. In Italia abbiamo un settore della comunicazione locale più piccolo e debole rispetto a quanto accade negli altri Paesi. È evidente la debolezza dell’emittenza televisiva locale, che risente del duopolio Rai-Mediaset. Per quanto riguarda Internet registriamo difficoltà legate alle prospettive economiche del settore, ancora non molto chiare».
Luciana Castellina, già presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo, ha parlato delle nuove tendenze, ovvero «la moltiplicazione dei giornali locali, ma di una proprietà sempre più concentrata. Murdoch ha quasi tutti i giornali inglesi: siamo di fronte ad un fenomeno di assorbimento dell’informazione da parte di un unico soggetto. Un fenomeno che dobbiamo combattere».
Angelo Agostini, direttore di ‘Problemi dell’ informazione’, ha ribadito il problema dei costi: «I giornalisti devono anche occuparsi dei costi di produzione e devono saper leggere un bilancio. Non lo abbiamo fatto per tanti anni e abbiamo sbagliato».
Carlo Sorrentino dell’Università di Firenze ha sottolineato che troppo spesso «il giornalismo locale non parla della società italiana. I giornali locali sono nati negli anni ’80, ma senza la nascita contemporanea di un modello del giornalismo locale. La ricetta è più globale e più locale. Questo vuol dire che in realtà quanto più siamo dentro a fenomeni di globalizzazione, tanto più abbiamo bisogno di una radicalizzazione del locale».
Paolo Serventi Longhi, segretario generale della Fnsi, è
intervenuto in chiusura di lavori: «Globale e locale non sono in contrapposizione – ha detto – perchè chi opera nel locale deve confrontarsi con un mercato condizionato dal globale».
«Il quadro è contrassegnato da un prepotere delle tv
nazionali – ha aggiunto -. Il sistema vive un processo di
concentrazione sempre più forte ed un processo di
sinergizzazione. Ma nel settore dei quotidiani l’ Italia vive una situazione di non pluralismo, perchè il 70 per cento della carta stampata è controllato da pochi grandi gruppi, con una colonizzazione sul locale che arriva dal nazionale. Che fare? Sui quotidiani dobbiamo avere la capacità di sottolineare e difendere il radicamento sul territorio». (Ansa)