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  • Da: Assostampa FVG
  • settembre 29, 2014

REFERENDUM CONTRATTO: UN SOLO VOTANTE NEL FVG

Nel Friuli Venezia Giulia UN SOLO VOTANTE su 894 aventi diritto. E nel resto d’Italia pare non sia andata molto meglio, anche se il dato della nostra regione (nei prossimi giorni ne avremo l’eventuale conferma) rischia di essere un record. Basta questo dato per dire tutto sul referendum che la Fnsi ha ritenuto di convocare tre mesi dopo la firma del contratto e che si è svolto venerdì e sabato. Lo abbiamo già scritto e detto in tutte le sedi: un referendum inutile, senza alcuna possibilità di incidere su un contratto che, gradito o meno dalla categoria, è ormai vigente da tre mesi. In più, con la beffa finale: quel quorum irraggiungibile, in mancanza del quale non si procede nemmeno allo spoglio. Ma i colleghi evidentemente hanno dimostrato di essere più avveduti di quanti hanno indetto questo "non referendum": dentro e fuori dalle redazioni – fra stati di crisi, ristrutturazioni, lavoro che non c’è – esistono troppi e serissimi problemi, per perdere tempo con cose inutili. Qualcuno dovrebbe prenderne atto.

Riproponiamo comunque il documento che il Consiglio Direttivo dell’Assostampa Fvg aveva votato all’unanimità appena una settimana fa. 

"L’Assostampa Fvg, nel rispetto delle decisioni assunte dalla Fnsi, organizza a norma di regolamento venerdì 26 e sabato 27 settembre, dalle 10 alle 19, nei propri uffici di Corso Italia 13, secondo piano, Trieste, il referendum sul contratto di lavoro giornalistico firmato a fine giugno. Nel contempo, il Consiglio Direttivo dell’Assostampa Fvg – con voto unanime – giudica inutile una consultazione che si svolge tre mesi dopo la firma, a contratto già in vigore e con queste modalità. Il referendum indetto dalla giunta della Fnsi riunita con la consulta delle Associazioni regionali di stampa è infatti un "non referendum". Non è abrogativo per il semplice motivo che non può né vuole abrogare nulla: il contratto è già firmato e vigente, e ha avuto già le sue conseguenze anche nelle decisioni del Governo per il settore dell’editoria e dell’Inpgi. Non è propositivo perché non propone nulla, nemmeno di stracciare tutto e tornare al tavolo delle trattative con gli editori, cosa peraltro difficilmente praticabile, diciamo pure impossibile. Ma questo referendum non è nemmeno consultivo. Primo perché di solito è buona norma consultare qualcuno prima della decisione e non dopo. Secondo perché non ci aiuterà a sapere cosa pensano i giornalisti italiani di questo contratto: il quorum richiesto del 50% più uno degli aventi diritto al voto (identificati fra l’altro in maniera molto ampia: non soltanto gli iscritti al sindacato ma giustamente tutti i titolari di una posizione Inpgi…) non sarà mai raggiunto, considerato che al referendum sul contratto del 2009 votò solo il 9,8% degli aventi diritto, e che nelle elezioni per gli organismi di categoria vota al massimo il 15/20% degli aventi diritto. Secondo il regolamento redatto, in assenza del quorum, non si procederà nemmeno allo spoglio dei voti. Per questo referendum, che così regolamentato è inutile, si sprecheranno soldi, energie, lavoro gratuito di tanti colleghi impegnati nel sindacato. Nel Friuli Venezia Giulia ridurremo quindi gli sprechi al minimo, con un solo seggio a Trieste, nel rispetto del regolamento Fnsi".