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  • Da: Assostampa FVG
  • giugno 26, 2020

RIFORMA DELLA 150: PIU’ GIORNALISTI NELLA P.A.

La crisi occupazionale che pesa sul mondo dell’editoria e delle imprese in genere, aggravata dalla pandemia, sia pure a medio termine, potrebbe essere allentata da una maggiore disponibilità ad assumere giornalisti e comunicatori da parte delle pubbliche amministrazioni. È quanto emerge dal documento del gruppo di lavoro, guidato dal direttore Relazioni esterne del FormezPA, Sergio Talamo, che dovrà ispirare la riforma delle legge 150 sulla comunicazione nella Pa, vecchia ormai di vent’anni.

Particolarmente significativo il fatto che per la necessità di assunzioni di figure con solide competenze comunicative si ritenga indispensabile anche il superamento dei vincoli di bilancio alla Comunicazione, espressione del DL 78/2010, e la conseguente assegnazione alla nuova area di una voce di bilancio dedicata.

Il documento, oltre a evidenziare l’importanza del digitale, rappresenta infatti una novità nella valorizzazione delle professioni dell’informazione e della comunicazione pubblica, grazie anche alla collaborazione di stakeholder qualificati: dall’Ordine dei giornalisti a Ferpi, dalla Fnsi a ComPubblica e PASocial, dalle Università e delle associazioni dell’Open government partnership, fino a interlocutori istituzionali come Anci e Conferenza delle Regioni.

Anche per il ministro della Pa, Fabiana Dadone, che ha commissionato il lavoro, la tecnologia e il digitale mettono la cosiddetta ‘Burocrazia’ di fronte a una rivoluzione copernicana, a un cambiamento profondo che va incoraggiato e governato da una multiformità di professionalità e nuove competenze, sulle quali si deve puntare in modo deciso, così da rendere la macchina dello Stato sempre più alleata del Paese.

Nell’ impianto di riforma, che il Gruppo di Lavoro guidato da Talamo ha consegnato il mese scorso al ministro, vengono specificate tanto le modalità di assunzione che i ruoli dei comunicatori e dei giornalisti. “Le Pa – si legge nel documento – possono prevedere in organico, anche attraverso una adeguata politica assunzionale, la figura apicale nonché le figure professionali necessarie, in modo da evitare di perpetuare l’inaccettabile prassi che a svolgere o dirigere le attività di comunicazione siano collocate figure senza i necessari titoli e competenze in materia giornalistica e comunicativa”. Inoltre si prevede che gran parte dei giornalisti e dei comunicatori operino in modalità di lavoro agile e si auspica che nei contratti di comparto (in cui per i giornalisti sarà impegnata la Fnsi), si tratti la disciplina degli istituti del rapporto di lavoro secondo le specificità delle professionalità giornalistiche e comunicative.

In particolare nelle Amministrazioni viene infatti prevista un’area unificata dedicata a comunicazione, informazione e servizi alla cittadinanza, in cui operino congiuntamente i profili del comunicatore e del giornalista e in cui sia inserita, riconosciuta e valorizzata la competenza in comunicazione e informazione digitale. Il Responsabile potrà essere un dirigente in organico con competenze certificate nei settori di pertinenza dell’Area. All’interno dell’area saranno istituiti uffici specializzati dedicati alla comunicazione e all’informazione, con particolare rilevanza per la competenza in comunicazione e informazione digitale.

Al giornalista sono assegnati l’analisi e il trattamento delle notizie di interesse dell’amministrazione, la redazione di testi e comunicati, i rapporti con i media, la cura di newsletter e pubblicazioni informative, il fact checking e ogni altra attività attinente al settore dell’informazione. Mentre il comunicatore deve provvedere ai rapporti con il cittadino, gli eventi, la pubblicità, l’editoria, le consultazioni pubbliche e la citizen satisfaction, la redazione delle carte dei servizi e dei bilanci per la rendicontazione sociale (accountability), la gestione di laboratori per la partecipazione civica, la comunicazione interna, la gestione del brand pubblico, le relazioni esterne e istituzionali, l’identità dell’Ente e la comunicazione internazionale.

“Il percorso è appena cominciato e c’è tanta strada, tanto lavoro da fare, – commenta Rita Palumbo, segretario generale Ferpi – il documento è, e deve essere considerato, un primo passo verso una riforma della legge 150/2000, che vedrà la nostra associazione impegnata ed attenta ad evitare interessi di parte e prevaricazioni che nulla hanno a che vedere con la comunicazione pubblica trasparente ed efficiente”.

Per le associazioni civiche presenti in Ogp, Daniela Vellutino rileva che Trasparenza, accountability e i dati pubblici inerenti gli interessi nazionali è necessario siano comunicati ai cittadini in modo standardizzato a livello nazionale. “La riforma della legge 150 – sottolinea – deve tenere conto del nuovo ruolo dei cittadini: non più utenti-consumatori o contribuenti, ma cittadini attivi, reattivi e proattivi che partecipano ai processi decisionali. Solo un comunicatore pubblico ben formato può garantire ai cittadini il diritto di sapere”.

(PrimaOnLine)