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  • Da: Assostampa FVG
  • dicembre 20, 2008

SALVARE IL PRIMORSKI DNEVNIK

da "GIORNALISTA OGGI", bollettino dell’Ordine Giornalisti Friuli Venezia Giulia:

SALVARE IL PRIMORSKI DNEVNIK
UNA BATTAGLIA DEL SINDACATO

di Carlo Muscatello*

L’impegno del sindacato dei giornalisti in questi mesi non è rivolto soltanto al rinnovo del contratto di lavoro. Probabilmente il rinnovo più difficile della nostra lunga storia, la cui trattativa sembra appesa a un esile filo, in questi primi giorni di dicembre nei quali è stato scritto l’intervento che state leggendo. Un’altra delle battaglie nelle quali l’Associazione della Stampa del Friuli Venezia Giulia è impegnata riguarda la difesa del Primorski Dnevnik, quotidiano della minoranza slovena in Italia, che esce a Trieste da oltre 63 anni, e la cui sopravvivenza è messa in pericolo dai pesanti tagli ai contributi per l’editoria contenuti nella manovra economica del governo.
Siamo tutti convinti che, in tempi di grave crisi economica, è sacrosanto tagliare gli sprechi che da anni permettono di finanziare con denaro pubblico giornali e pubblicazioni varie che spesso non arrivano nemmeno in edicola e hanno l’unico "merito" di aver trovato un paio di parlamentari che hanno firmato una dichiarazione secondo la quale risultano essere l’organo di questo o quel partito o movimento politico. Ingenti finanziamenti pubblici vanno anche a supportare economicamente giornali editi da importanti gruppi editoriali, che forse dovrebbero stare sul mercato senza attingere alle casse dello Stato.
Ma nel caso del Primorski Dnevnik, e di altre pubblicazioni espressione di minoranze linguistiche (nella nostra regione ci sono anche i settimanali Novi Glas e Novi Matajur), è chiaro che si tratta di una situazione diametralmente opposta. Nella quale i contributi pubblici vengono destinati seguendo un preciso dettato costituzionale: la tutela delle minoranze linguistiche.
"Il giornalismo in lingua slovena – ha detto la collega Poljanka Dolhar l’11 novembre, nell’aula del Municipio di Trieste, in occasione delle celebrazioni per il Centenario della Fnsi – è presente in città dal 1876, quando la borghesia slovena iniziò a pubblicare il settimanale Edinost, diventato poi quotidiano. L’Edinost accompagnò la vita degli sloveni fino al 1928, anno in cui venne chiusa dal regime fascista. Ci sono voluti quindici anni e migliaia di vittime per rivedere un quotidiano sloveno a Trieste, ma il Primorski Dnevnik è ancora oggi parte fondamentale della comunità slovena".
Ancora la collega, che fra l’altro è vicepresidente dell’Assostampa Fvg e componente del Comitato di redazione del quotidiano: "Questo giornale non può contare sulla pubblicità dei grandi gruppi statali e privati, non ha alle spalle nessun gruppo economico, ma soltanto una vera cooperativa di lettori, le decine di associazioni culturali, sportive e sociali della comunità slovena. Ed è proprio per questo motivo che la sopravvivenza del Primorski dipende quasi esclusivamente dalla legge sui contributi all’editoria, così attuale in questi ultimi mesi. E dall’impegno dei suoi diciotto giornalisti, di cui sei precari, che continuano a produrre quotidianamente dalle 24 alle 32 pagine e a lavorare senza benefit di alcun tipo".
Ecco, non dovrebbero servire altre parole per capire che una riforma dei contributi per l’editoria – quanto mai necessaria, per evitare sprechi e abusi di ogni tipo, fra editori fasulli e false cooperative – non può prevedere al suo interno tagli che penalizzino un giornale come il Primorski, in queste terre su un confine che non c’è più, nelle quali l’informazione deve diventare sempre più strumento di pace, convivenza e sviluppo.
L’entrata in vigore della riforma dei contributi per l’editoria – forse anche grazie alla mobilitazione della Fnsi – è slittata al primo gennaio del 2010. C’è dunque ancora un anno di tempo per evitare un’ingiustizia e salvare un giornale. Nonostante la bocciatura, in Commissione Bilancio del Senato, degli emendamenti volti a ripristinare i fondi per l’editoria.
Attualmente i contributi statali coprono il 55% dei costi aziendali (circa cinque milioni di euro all’anno) del quotidiano triestino in lingua slovena. Ed è a tutti evidente che tali contributi sono essenziali per la sua stessa sopravvivenza.
Convinti come siamo che il livello di una democrazia si riconosca anche dal livello di tutela che è capace di offrire alle minoranze – etniche, linguistiche, culturali, religiose – presenti sul suo territorio, ricordiamo che, dopo le celebrazioni triestine per il Centenario della Fnsi di novembre e dopo la visita del presidente della Fnsi Roberto Natale alla redazione del giornale nel giugno scorso, quella per la sopravvivenza del Primorski Dnevnik (che esce sei giorni alla settimana, con una tiratura attualmente di undicimila copie, di cui una parte diffusa in Slovenia) è diventata per la Fnsi una battaglia nazionale. In mezzo alle altre che il sindacato dei giornalisti sta combattendo in questi difficili anni di grande trasformazione, non solo tecnologica, del mondo dell’informazione.

(* presidente Assostampa Fvg)