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  • Da: Assostampa FVG
  • giugno 10, 2010

SI’ DEL SENATO, SCIOPERO IL 9 LUGLIO

Il governo incassa la fiducia sul ddl intercettazioni con 164 sì e 25 no. Il Pd non ha partecipato alla votazione. Sarà il 9 luglio la ”giornata del silenzio per la stampa italiana con lo sciopero generale contro il ddl intercettazioni”. Il segretario generale Fnsi, Franco Siddi: ”Dovrà coincidere con la giornata finale di discussione del ddl Alfano, quindi se sarà altrimenti cambieremo la data”.
Da domani in edicola giornali listati a lutto, manifestazioni davanti alle sedi istituzionali e una giornata di silenzio il 9 luglio. Queste le iniziative che la Fnsi mette in campo ”per significare con immediatezza l’allarme grave che si pone non per questo o quel cittadino di destra di sinistra, ma per il corretto svolgersi del circuito democratico” dopo il sì del Senato alla legge sulle intercettazioni.
"Faremo manifestazioni dappertutto, non siamo ancora in grado di fare uno sciopero generale perché la legge sui servizi pubblici impone tempi e procedure”. Da oggi, comunque, i giornalisti sono invitati a ”manifestazioni più intense”. ”Sapevamo che siamo solo all’inizio di una battaglia per la libertà molto dura”, ha aggiunto Siddi. Per questo ”è molto importante la partecipazione del mondo dell’impresa e dell’editoria accanto a giornalisti e cittadini perché questa non è una battaglia tra destra e sinistra ma è una contrapposizione cercata per dividere l’Italia”.
Ma ecco cosa prevede la legge, nella sua (per ora) ultima stesura:
LIMITI: Intercettazioni possibili solo per i reati puniti con più di cinque anni (tra questi c’è anche la corruzione). I telefoni possono essere messi sotto controllo per 75 giorni al massimo. Se c’è necessità, vengono concessi altri tre giorni prorogabili di volta in volta con provvedimento del gip. Per i reati più gravi (mafia, terrorismo, omicidio ecc.) le intercettazioni sono possibili per 40 giorni, più altri venti prorogabili.
DIVIETI E SANZIONI: Gli atti delle indagini in corso possono essere pubblicati non tra virgolette ma con un riassunto. Gli editori che li pubblicano in modo testuale rischiano fino a 300mila euro di multa. Le intercettazioni sono off limits per la stampa fino a conclusione delle indagini: per gli editori che sgarrano ci sono 300 mila euro di multa, che salgono a 450mila euro se si tratta di intercettazioni di persone estranee ai fatti. Colpiti anche i giornalisti: fino a 30 giorni di carcere o una sanzione fino a 10000 euro se pubblicano intercettazioni durante le indagini o atti coperti da segreto.
CIMICI: niente più microfoni piazzati in casa o in auto per registrare le conversazioni degli indagati. Le ‘cimici” saranno consentite al massimo per tre giorni, prorogabili di altri tre.
PM CIARLIERI: Se il responsabile dell’inchiesta passa alla stampa atti coperti dal segreto d’ufficio e semplicemente va in tv a parlare dell’inchiesta puo’ essere sostituito.
PEDOFILIA: scompare la norma che eliminava l’obbligo di arresto per i reati di pedofilia di ”lieve entità ”
NOMA TRANSITORIA: Le nuove regole si applicano ai processi in corso. Quindi, anche se erano già state autorizzate intercettazioni, vale il tetto dei 75 giorni.
RIPRESE: Sulle riprese tv per i processi decide il presidente della corte d’appello, che puo’ autorizzarle anche se non c’è il consenso delle parti.
IENE, STRISCIA, REPORT: le registrazione carpite di nascosto sono permesse ai giornalisti professionisti e pubblicisti.
CLERO Se nelle intercettazioni finisce un sacerdote bisogna avvertire la diocesi; se l’intercettato è un vescovo il pm deve avvertire la segreteria di Stato vaticana.