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  • Da: Assostampa FVG
  • agosto 23, 2004

Siddi sul segreto istruttorio

CAGLIARI In tema di segreto istruttorio e
indagini sui giornalisti è tempo che intervenga il Csm nel
ruolo di garante di diritti non di parte. Lo sostiene il
presidente della Federazione nazionale dello Stampa Italiana Franco Siddi.
«Sono francamente spiacevoli e inquietanti – osserva il
rappresentante della Fnsi – i sequestri di documentazione del lavoro di dieci giornalisti, incomprensibilmente indagati in pochi giorni per violazione del segreto istruttorio e destinatari, in alcuni casi, persino di perquisizioni nelle proprie abitazioni. È un colpo al giornalismo investigativo. Che mette in serio pericolo uno dei fondamenti della libera informazione, il segreto delle fonti, ed è in contrasto con la convenzione europea dei diritti dell’uomo e con la giurisprudenza della Corte europea».
Ricordando che non è la prima volta che ciò accade, Siddi dice «basta» e sollecita un intervento del Csm che faccia chiarezza «a tutela dei diritti, non di parte, di
un’informazione che doverosamente si occupa anche delle indagini giudiziarie e di come esse procedono. Si tratta di un’opera di garanzia democratica e di civiltà».
Il presidente della Federazione della Stampa cita i troppi casi degli ultimi tempi («prima il sequestro di documenti sull’inchiesta relativa ai fatti del G8 a carico di due colleghi di Gente, poi il sequestro di un servizio del tg Rai Liguria e ancora giornalisti del Secolo XIX indagati i per violazione di segreto d’indagine in ordine ad un’inchiesta per un omicidio»), osservando che si tratta di fatti ripetitivi di estrema delicatezza.
«Ai colleghi indagati – afferma Siddi – va la solidarietà più forte e il massimo sostegno possibile. Non si può esigere che non ci siano occhi che guardino a come procedono le indagini. Se ci sono intossicazioni si guardi dove sono. I giornalisti hanno il dovere di tutelare le fonti e riferire la verità, anche attraverso ricerche e verifiche di notizie perdute o negate». «Riprenda presto, perciò – conclude il presidente Fnsi – il confronto con l’Associazione nazionale dei magistrati, con la quale numerosi sono i punti d’interesse comuni individuati con la Fnsi, e soprattutto intervenga, intanto, il Csm, con un’opera di saggezza e chiarezza che allontani ogni idea censoria o preventivamente punitiva a carico dell’informazione e dei giornalisti». (Ansa)