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  • Da: Assostampa FVG
  • marzo 28, 2017

DECRETI RIFORMA EDITORIA, FNSI: «BENE RICONOSCIMENTO CENTRALITÀ DEL LAVORO»

palazzo-chigi

Primo via libera in Consiglio dei ministri alla ridefinizione della disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici. Su proposta del presidente Paolo Gentiloni e del ministro per lo Sport con delega all’editoria Luca Lotti, il governo ha approvato in esame preliminare il decreto legislativo che, in attuazione della legge di riforma dell’editoria, ridefinirà la disciplina del settore. Una notizia accolta con favore dalla Federazione nazionale della stampa italiana. «I decreti attuativi della legge di riforma dell’editoria relativi ai contributi alle testate edite da cooperative giornalistiche e alle emittenti radiotelevisive locali – commentano il segretario generale, Raffaele Lorusso, e il presidente Giuseppe Giulietti – rappresentano un altro passo verso la regolamentazione generale del settore. Appare rilevante la centralità riconosciuta al lavoro giornalistico e l’obbligo per tutte le imprese editoriali che aspirano al riconoscimento di contributi pubblici di rispettare gli obblighi derivanti dai contratti collettivi nazionali di settore, a cominciare da quello di pagare regolarmente le retribuzioni, così come auspicato dal sindacato dei giornalisti. La messa a punto di norme certe e rigorose per definire l’accesso ai contributi e la relativa liquidazione va nella direzione del rafforzamento del pluralismo dell’informazione, soprattutto in ambito locale. Il passo successivo dovrà essere l’approvazione di un complesso di norme di contrasto al precariato giornalistico e al lavoro senza diritti e senza tutele che, soprattutto in realtà che beneficiano degli aiuti statali, vanno perseguiti e sanzionati anche con la revoca dei contributi». Il provvedimento, al fine di garantire coerenza, trasparenza ed efficacia al sostegno pubblico all’editoria, prevede la ridefinizione della disciplina dei contributi a quotidiani e periodici, misure per gli investimenti delle imprese editrici, l’innovazione del sistema distributivo e il finanziamento di progetti innovativi, di processi di ristrutturazione e di riorganizzazione.

«L’obiettivo – si legge nel comunicato diramato al termine della riunione del Consiglio dei ministri – è quello di assicurare il sostegno pubblico necessario alle voci informative autonome e indipendenti, in particolare a quelle più piccole e legate alle comunità locali, che rischiano di risentire maggiormente dell’attuale situazione di crisi del mercato editoriale». Dando attuazione a quanto previsto nella legge delega, il testo stabilisce le categorie delle imprese legittimate a chiedere il sostegno pubblico; i requisiti di accesso al contributo e i criteri che presiedono alla sua determinazione quantitativa; l’iter per la liquidazione dei contributi. Tra i requisiti che i richiedenti dovranno rispettare: l’obbligo di avere un’edizione digitale accanto a quella cartacea e l’applicazione dei contratti di lavoro di settore. Confermate le maggiori tutele per le pubblicazioni espressione di minoranze linguistiche, l’editoria speciale per non vedenti o ipovedenti, i periodici delle associazioni dei consumatori.

Approvato dal Consiglio dei ministri anche il regolamento concernente i criteri di riparto tra i soggetti beneficiari e le procedure di erogazione delle risorse in favore delle emittenti televisive e radiofoniche locali. Obiettivi di quello che sarà un decreto del Presidente della Repubblica sono: la promozione del pluralismo dell’informazione, il sostegno dell’occupazione nel settore, il miglioramento dei livelli qualitativi dei contenuti forniti, l’incentivazione dell’uso di tecnologie innovative. Con il nuovo regolamento, spiega il comunicato di Palazzo Chigi, s’intendono introdurre nuovi criteri di riparto dei benefici economici volti, da un lato, a superare le criticità emerse dall’attuazione della normativa previgente, e dall’altro, a premiare i soggetti che investono nell’attività editoriale di qualità, anche mediante l’impiego di dipendenti e giornalisti qualificati e l’utilizzo di tecnologie innovative. Il decreto introdurrà la graduatoria unica a livello nazionale, individuerà – all’interno del ministero dello Sviluppo economico – l’amministrazione responsabile della graduatoria finale e introdurrà nuove semplificazioni. Per poter accedere al sostegno, le emittenti televisive locali dovranno possedere precisi requisiti in termini di numero di dipendenti e giornalisti a tempo determinato ed indeterminato effettivamente impiegati, nonché trasmettere almeno due edizioni giornaliere di telegiornali con valenza locale. Agevolazioni sono riconosciute alle emittenti operanti esclusivamente in una delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia, in quanto rientranti nell’obiettivo convergenza nell’ambito delle politica di coesione dell’Unione europea. Sono esclusi dai benefici coloro che abbiano reso dichiarazioni mendaci negli ultimi due anni nell’ambito di precedenti procedure di concessione del medesimo contributo. Entrambi gli schemi di decreto saranno ora trasmessi alle Camere per l’acquisizione dei pareri delle Commissioni competenti.

 

In una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della FNSI affrmano che «I decreti attuativi della legge di riforma dell’editoria relativi ai contributi alle testate edite da cooperative giornalistiche e alle emittenti radiotelevisive locali rappresentano un altro passo verso la regolamentazione generale del settore. Appare rilevante la centralità riconosciuta al lavoro giornalistico e l’obbligo per tutte le imprese editoriali che aspirano al riconoscimento di contributi pubblici di rispettare gli obblighi derivanti dai contratti collettivi nazionali di settore, a cominciare da quello di pagare regolarmente le retribuzioni, così come auspicato dal sindacato dei giornalisti. La messa a punto di norme certe e rigorose per definire l’accesso ai contributi e la relativa liquidazione va nella direzione del rafforzamento del pluralismo dell’informazione, soprattutto in ambito locale. Il passo successivo dovrà essere l’approvazione di un complesso di norme di contrasto al precariato giornalistico e al lavoro senza diritti e senza tutele che, soprattutto in realtà che beneficiano degli aiuti statali, vanno perseguiti e sanzionati anche con la revoca dei contributi».

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