0 Liked
  • Da: Assostampa FVG
  • dicembre 15, 2016

STOP ALLE QUERELE TEMERARIE

La Federazione nazionale della stampa italiana, con il segretario generale Raffaele Lorusso e il presidente Giuseppe Giulietti, che hanno partecipato al seminario “Una legge per fermare le querele temerarie” organizzato dall’associazione Articolo21, ha confermato la decisione di chiedere al governo e al Parlamento di procedere, nei modi e nelle forme che riterranno, non solo all’approvazione di quella parte del ddl sulla diffamazione relativa all’abrogazione del carcere, ma anche di definire una norma specifica che scoraggi l’uso e l’abuso delle cosiddette “querele temerarie”, divenute ormai vero strumento di intimidazione preventiva contro quei cronisti che indagano su mafia, malaffare e corruzione.

A questo proposito va accolto con favore l’annuncio del presidente della commissione Giustizia del Senato, Nico D’Ascola, e rilanciato dal capogruppo Pd della stessa Commissione, Giuseppe Lumia, di rimettere in calendario il provvedimento giunto alla sua quarta lettura e fermo da mesi al Senato.

Nel corso dell’iniziativa la Fnsi ha anche annunciato l’intenzione di avanzare la richiesta di costituzione di parte civile e di essere presente in tribunale al fianco della giornalista Federica Angeli, come già fatto nel caso del processo di Ragusa ai presunti aggressori del collega Paolo Borrometi.

Il sindacato dei giornalisti italiani ha infine deciso di avviare un rapporto di collaborazione con il gruppo di lavoro costituito dalla professoressa Marina Castellaneta, e composto da giuristi e avvocati, che si è messo a disposizione in primo luogo dei colleghi turchi ma anche di tutti i cronisti che abbiano bisogno di tutela nella sede della Corte europea dei diritti dell’uomo e nei tribunali nazionali, proposta che il segretario Lorusso porterà all’attenzione dell’esecutivo della Federazione internazionale dei giornalisti durante la prossima riunione del board, in modo da avviare anche a livello europeo la costituzione di uno sportello a sostegno dei colleghi vittime di minacce o querele.